domenica 23 settembre 2012

La rabbia musulmana?


Ancora una volta, dopo un episodio per il quale il mio odiato "compagno di studi" Samuel Huntington si sarebbe baciato i gomiti, avevo deciso di non commentare, di non fare la solita hippy amica dei popoli.

Sto parlando di tutto l'ambaradan scatenato dal trailer dello pseudo-film "L'innocenza dei musulmani".

In realtà, sono stata un bel po' incavolata con l'ottusità di entrambe le parti e il potere che questa stessa ha nelle menti del cittadino medio, e mi sono un po' scoraggiata.
Pessimismo e fastidio si sono impadroniti di me.
Sai che novità, diranno quelli che mi conoscono. Beh, però sanno anche che poi mi ripiglio.

Quello che segue non è farina del mio sacco, il mio stato apatico non mi ha permesso di formulare frasi di senso compiuto, ma esprime benissimo il punto di vista di questo blog (Meg, ti chiamo così in causa per risvegliare un po' anche te ;) )

Da Tutto in 30 Secondi

Per il Secolo XIX i “3mila manifestanti salafiti” di Bengasi giustificano un titolo che evoca un ‘”islam in rivolta”.
Ricordiamo  ai redattori del Secolo XIX che 3mila (salafiti di Bengasi) diviso 1,6 miliardi (di musulmani nel mondo) fa 0,000001875.
Lo 0,000001875% dei musulmani sono “l’islam in rivolta”?
E tutti gli altri, cioè il 99,999998125%?
Per Giornalettismo “l’islam”, che tutti sappiamo essere una persona o comunque un’entità unica senziente capace di sentimenti, “si offende”. 
Infatti, prima erano gli islamici, e ne avevamo già ampiamente parlato qui e qui, ora è l'islam in toto il nemico, lo spauracchio, il babau.

Questo si riallaccia a un articolo pubblicato da Avaaz, che ho trovato in inglese e in francese, ma, ahimè, non in italiano. Lo riassumo a vantaggio di chi legge solo l'italiano, ma vi invito a cliccare sul link per vedere le foto.

Chi ha paura della rabbia musulmana?
La copertina di Newsweek, quotidiano statunitense, cavalca l'onda generale dei media nelle ultime settimane: il mondo musulmano brucia di rabbia anti-occidentale a causa di un film islamofobico scendendo a frotte nelle piazze e terrorizzandoci. Ma è veramente così?
Forse ci sono cose che sono sfuggite ai media:
  1. Si stima che il numero di partecipanti alle proteste sia  tra lo 0,001% e lo 0,007% del miliardo e mezzo di musulmani nel mondo - una misera frazione anche di colori che erano scesi in piazza per la primavera araba
  2. La maggioranza delle proteste sono state pacifiche. L'assalto alle ambasciate straniere è stato organizzato da gruppi di salafiti 
  3. Le autorità libiche e americane ipotizzano che l'assassinio dell'ambasciatore statunitense in Libia sia stato premeditato per l'11 settembre, e che non sia necessariamente legato al trailer.
  4. Esclusi gli attacchi dei gruppi estremisti in Libia e in Afghanistan, un'inchiesta del 20 settembre rileva che i manifestanti non hanno ucciso nessuno. I morti denunciati dai media sono contestatori uccisi dalla polizia.
  5. Praticamente ogni leader, occidentale e musulmano, ha condannato il film così come le violenze che ne possono essere scaturite
  6. Il papa era in Libano all'apice delle proteste e i leader di Hezbollah hanno assistito al suo sermone, si sono astenuti dal protestare durante la sua permanenza, e hanno invocato la tolleranza religiosa. Sì, è accaduto.
  7. Dopo l'attacco a Benghazi,  cittadini comuni si sono riversati nelle piazze di Benghazi e Tripoli con manifesti di scuse, molti anche in inglese, spiegando che la violenza non li rappresentava né come individui né come fedeli.
Da notare anche che molte notizie di rilievo internazionale sono state sepolte dall'allarmismo della rabbia musulmana: in Russia decine di migliaia di manifestanti hanno protestato a Mosca contro il presidente Putin, centinaia di migliaia di Portoghesi e Spagnoli si sono riversati nelle piazze contro i piani anti-austerità, e più di un milione di catalani hanno marciato per l'indipendenza.

 Concludo con un video. Stop the Clash of Civilizations (Ferma lo scontro di civiltà).