giovedì 24 aprile 2014

Made in Egypt

Disclaimer preventivo: non si tratta di una ricerca scientifica, né di un trattato specialistico, sono considerazioni, tra il serio e il faceto, basate sulla mia umile esperienza personale.

Avete presente quando studiate l'affascinante mondo degli antichi egizi e imparate quanto, fin dall'epoca, è pregiato il cotone egiziano? 
Nonostante le mie ricerche (in loco, perché fuori loco ne trovo a bizzeffe), ho sempre dormito su tela grezza o tessuti di (finto) cotone cinese. Questo celeberrimo filato viene principalmente esportato. Però non ho cercato tanto, mea culpa. Sarà per la prossima volta. Suocero, preparati! 

Avete presente quando scoprite che sempre loro, il popolo dei faraoni, inventano il make up? Trucchi come rossetto, fard, ombretti e quello che chiamiamo kajal?
Il leitmotiv dell'ultimo mio soggiorno è stato il kohl, cioè quello che chiamiamo kajal e che tutte le case cosmetiche ormai producono. Ecco, io volevo l'originale, il faraonico, quella polvere composta principalmente di galena, malachite, antimonio e grasso animale (secondo wikipedia). 
Bene, è introvabile. Ci sono dei surrogati che contengono una polverina assassina che non userei nemmeno per scrivere perché corroderebbe il foglio, oppure dei fantastici matitoni Made in China scaduti nel 1997.
Ma con tutte le profumerie e farmacie che hai a disposizione proprio gli antichi egizi devi andare a scomodare? Infatti, ma quando mi metto in testa una cosa sono così, peggio di un obelisco in granito, per dirla alla faraonica. Poi sono una grande fan dell'artigianato, del puro, dell'autentico.
Ah, poi l'ho trovato! Seguirà post...
 
Avete presente i fanous, le lanterne caratteristiche del periodo di ramadan?
Vabbè dai, queste si trovano, la foto è mia, ma non è così facile come sembra: tutti i fanous che mi sono arrivati carinamente in dono sono sempre della stessa provenienza e dello stesso materiale (plastica), di colori shocking e spesso suonano anche una musichetta trapassa-timpani.
Per poter scegliere una lanterna di fattezza tradizionale e più o meno fatta a mano, bisogna cercarla con il lanternino, appunto. In posti turistici, possibilmente, perché è il turista che più apprezza l'autenticità (ehi voi che avete comprato il fermacarte piramidale brillantinato che si illumina al buio, vi ho visti). L'egiziano ama la plastica kitsch. Sic. Salvo poi portare loro un oggetto come quelli qui sopra, e vedere la felicità nei loro occhi. Misteri egizi.

Avete presente le galabye delle donne, i veli iper colorati?
Cina. Cina è bello! È estero! Ma io sono d'accordo, se devo comprare una pagoda. Un foulard, però, mi piacerebbe non facesse scintille al buio. Una galabeya, larga e lunga per permettere la più ampia libertà di movimento nel caldo più torrido, sarebbe ideale facesse respirare la pelle. Per il bene comune, anche.

Avete presente i bellissimi braccialetti rigidi di origine gitana che tintinnano ai polsi delle orgogliose proprietarie?
Basta andare al souq con 7-8 euro per comprarne una decina. Non si anneriscono per 2 anni. Garantito.

Avete presente le sciarpe di lana che usano gli uomini, una più bella dell'altra?
Questa avventura davvero merita un post a sè. Il secondo, ma non per importanza, leitmotiv del mio ultimo soggiorno.

Comunque, disclaimer n.2, non sono contro il Made in China, sono pro il Made in Egypt! O per lo meno per gli oggetti tradizionali. Lo comprereste un bicchiere in vetro di Murano prodotto a Shanghai? Ecco.

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