mercoledì 10 agosto 2011

...sull'orlo di una crisi di nervi

Prayer in Cairo, 1865By Jean-Léon Gérôme

Sto per partire per una settimana di vacanza. L'unica dell'anno.
Sto per avere la certezza che l'appartamento in cui sarei dovuta andare a stare per una settimana a Otranto non esiste. Ovviamente caparra versata.
Sto per uscire e andare a comprare una tenda e un sacco a pelo.
Sto per noleggiare una macchina (che se non trovo posto in campeggio almeno dormo lì).
Un sacco di altre cose, ma è meglio finirla qui.

Sono abbastanza nervosetta, diciamo.
Non so se riuscite a mettervi nei miei panni.

Comunque anche se fossi appena tornata da una settimana di relax alle terme, leggere queste parole di Magdi Allam avrebbe fatto svanire istantaneamente ogni beneficio.
Quindi vedendola da questo punto di vista, sono fortunata ad essere qui a rodermi il fegato anche per mille altri motivi. Almeno non mi rovina niente, insomma.

Siccome non ho molto tempo per approfondire l'argomento, suggerirei intanto di leggere come la notizia è presentata su un altro quotidiano, e poi di riflettere sul fatto che:
La Costituzione italiana, all’art. 19, riconosce in modo ampio la libertà di religione. Essa viene intesa come libertà di fede religiosa per evidenziare il diritto di ogni individuo di professare la propria fede e di farne propaganda. La libertà di religione viene intesa inoltre come libertà di pratica religiosa, perchè comporta il diritto di esercitarne in privato o in pubblico il culto, cioè di svolgere e di prendere parte a preghiere e riti religiosi.
La disciplina della libertà religiosa è collegata a diversi altri principi costituzionali: innanzitutto il principio di eguaglianza che vieta qualunque discriminazione tra gli individui a causa della religione professata.
Nel primo comma dell’art.8 della Costituzione si afferma infatti che “tutte le confessioni religiose sono egualmente libere davanti alla legge”.
Quindi, caro Magdi, di cosa stiamo parlando? Perché ti ispiri al MEIN KAMPF?
La mancanza di spazi di preghiera è forse un deterrente per il "terrorismo di matrice islamica"? Indebolisce Al Qāʿida? Migliora la qualità della vita dei milanesi? Facilita il lavoro delle forze dell'ordine? Fa sentire la casalinga di Voghera e il pompiere di Viggiù più tranquilli?
Voi che vivete sicuri Nelle vostre tiepide case. Voi che trovate tornando a sera Il cibo caldo e i visi amici... (Se questo è un uomo, P. Levi)
O piuttosto rientra in tutte quelle pratiche costantemente messe in atto per far sentire quelle minoranze, rappresentate in questo caso dagli immigrati di fede islamica, in uno stato di inferiorità, di insicurezza, di frustrazione? Al pari del relegarli a fare lavori in nero, a pagare affitti in nero, del rendere illogico e impossibile e mafioso l'accesso ai permessi di soggiorno vari che rendono legale la presenza di un individuo sul nostro territorio nazionale?
E in tutto ciò chi ci guadagna? Mmmmh... fammi pensare.... chi guadagna ad avere forza lavoro in nero? o ad affittare un appartamento magari non agibile a 10 persone? oppure a farsi pagare per fare il datore di lavoro finto per le richieste di permesso di soggiorno...?
Che Paese di ipocriti!

D'altra parte "loro" non sono pronti.
E' genetico, è culturale, no?
Anche per dire, nei loro Paesi, dove hanno fatto e stanno facendo vere e proprie RIVOLUZIONI, per la democrazia non sono pronti. Per la civiltà non sono pronti. Devono rimanere a rotolare nel fango, nella polvere, nella sabbia.
Se fossero pronti verrebbero in Italia, si farebbero battezzare in San Pietro dal Papa a Pasqua, e scriverebbero per il Giornale.
Gli oppressi devono rimanere tali, il loro 'stato' è naturalizzato quindi ineluttabile. I figli degli operai devono fare gli operai.

E questo non è fascismo?
Il fascismo sì che è anticostituzionale, ya akhouya.

Ecco, io leggo Magdi Allam e penso che di gente così al mondo non ce n'è proprio bisogno.
Ma se esiste un motivo ci sarà. Boh. Io non lo trovo, ma ammetto di avere dei grossi limiti.
Intanto mi impegno a trovare una sistemazione nel salento per la settimana dal 13 al 20 agosto.
Suggerimenti?

lunedì 8 agosto 2011

Le parole sono importanti

Nella fresca non-estate varesotta, imprigionata tra le mura di casa dato che piove ed è impossibile trovare qualcosa di sensato da fare fuori il 7 di agosto, di domenica, mi dedico a una veloce rassegna-stampa online.

Ora, è vero che è il 7 di agosto, ma insomma mi aspetterei di leggere sul corriere della sera qualcosa di meglio rispetto alle notizie che posso trovare sui vari city, metro, and so on. Tra i titoli di oggi non riesco proprio a non notare “Strappa il velo a due islamiche: «Mi fate paura»”.
ANCORA?!?!?!
Ma solo a me leggendo questo titolo, e il testo che segue, viene un attacco di dermatite atopica?
Dunque, da dove comincio?



Le parole sono importanti. “Strappa il velo a due islamiche”.

. Musulmano vs Islamico
Come già fatto notare da Marghe, ma repetita iuvant (giusto qualche settimana fa ne parlavo con un amico), i due termini hanno connotazioni decisamente diverse: il termine musulmano indica la persona che crede nell'Islam, in arabo muslim, termine che può essere usato anche come aggettivo. Islamico invece, originariamente solo un aggettivo (ad es.i valori islamici), "per l'insistente uso proposto in questo senso dai mass media, ha cominciato ad acquisire anche un valore sostantivale, indicando in maniera convenzionale gli appartenenti ai movimenti 'fondamentalisti', più o meno militanti (ad esempio gli islamici di al-Qāʿida, o gli appartenenti ai gruppi del jihad islamico)". Ho citato testualmente Wikipedia.

Sottigliezze linguistiche?
Qualcuno lo crede veramente?
Io penso a Foucault. Penso che i discorsi non siano sistemi di segni che rimandano ad altro, ma “pratiche che formano sistematicamente gli oggetti di cui parlano”, che si inseriscono in una trama di rapporti di potere che costituisce il substrato di ogni società. Penso che se un giornalista professionista usa il termine islamico al posto del termine musulmano un motivo c'è, ed è ben chiaro, e a me fa venire la nausea.
A voi no?

Nell'articolo si dice che le due 'islamiche' portavano il Niqab. Lo vorrei vedere, perché la nozione di Niqab così come è percepita dall'italiano medio è piuttosto labile e confusa. Ammettiamo che si trattasse di quel tipo di velo. Per quale motivo ci fa così paura? Vi prego: SPIEGATEMELO.

Il velo è un simbolo.
Leila Ahmed sostiene che la narrazione del velo come simbolo dell'oppressione, così come la contronarrazione, che lo considera simbolo di resistenza, siano percezioni errate che si basano sulle premesse del discorso coloniale occidentale, rafforzandolo. Sono d'accordo.
Prendiamo atto che nel mondo musulmano, così come nella diaspora, le donne religiose indossano spesso il velo come simbolo di una modernità che esse vedono come alternativa a quella occidentale. Il velo come simbolo di modernità. Prima di 'strapparlo' cerchiamo di capirci qualcosa di più?

Come si fa nel 2011 a continuare a cavalcare l'onda della lotta all'oppressione della donna nei 'sottosviluppati' paesi islamici, simboleggiata dal velo? Aboliamo il velo, liberiamo la donna. Lo diceva Qasim Amin, che però è morto nel 1908 (e poi a dire il vero faceva un discorso un po' più complesso...).
Voglio dire, signora Souad Sbai, ma ci crede veramente che IL VELO possa rappresentare un problema oggi per una donna marocchina a caso? o egiziana, o tunisina?

> "Nella mia associazione non faccio che accogliere donne che sentono come una violenza l'obbligo di portarlo, ragazze che vivono l'inferno, chiuse in gabbia"
la gabbia sarebbe il velo? ma perché si banalizza sempre tutto?
oppure:
>"Queste donne con il niqab non hanno nessuna colpa, sono costrette".
Cioè diamo per scontato che siano delle povere dementi senza alcun potere decisionale.
Ma per favore!

Ma perché siamo costretti a sopportare la solita dose di intolleranza anacronistica che ci somministrano a tradimento, una domenica di agosto, i nostri media?

Perché si riportano queste cavolate con tutte le cose importanti che stanno avvenendo nel mondo adesso?
Ad esempio perché non si dice quello che stanno facendo le DONNE SIRIANE? Vi assicuro: anche quelle col niqab!

Donne manifestano per le strade di Damasco / rivoluzione in Siria.

Non so, io sono un po' stufa. Vado a prendermi un antistaminico.

mercoledì 3 agosto 2011

Processo Mubarak: pensieri e parole

Processo di Hosny Mubarak, figli Gamal e Alaa e vecchio entourage (parte di esso, almeno, tra cui l'ex ministro degli interni Habib el Adly).

Commenti e sensazioni scritti più per la mia memoria labile che per altro. Non voglio dimenticare i dettagli di questo pezzo di storia.
Pensieri e parole. Cosí, a caldo, come sono venuti guardando la diretta.
In gabbia su una lettiga coi figli. Tutti di bianco vestiti . Giudice nervoso cerca di tenere il controllo e far mettere in una lista gli avvocati di accusa e difesa.
Cari gli egizi, incasinati anche nell'aula di tribunale. Tempo infinito per fare questa lista. "Per favore state calmi e seduti". Ma non si poteva fare prima? (me fanno mori' con la loro disorganizzazione... e anche incazza', eh)

Mubarak mantiene la sua mimica corporale anche nel letto. Mano sul mento, indice sul naso, sguardo fiero e supponente, capelli rigorosamente tinti. Non sembra molto sofferente. Incredibile sia arrivato in aula di tribunale, pensavo fingesse un altro attacco o un coma durante il viaggio.


Gamal e Alaa sono in piedi in fianco a lui, non si siedono come gli altri imputati. E' la prima volta che si vedono da quando i figli sono stati arrestati 4 mesi fa. Immagini a tratti commoventi. Tutto calcolato o sono io sempre meno cinica? Marghe, aripijate.
I Mubarak juniors si mettono in continuazione tra la telecamera e il padre.

Discorsi retorici sul mese sacro di Ramadan e l'importanza della religiosità da parte di qualche avvocato. Giudice taglia corto. Gamal e Alaa sempre in piedi con il corano in mano. Ah, che uomini pii.

Si snocciolano tutte le malefatte, anche l'oscuramento di internet durante i primi giorni della rivoluzione. Una dopo l'altra. Cosi' dal vivo fanno proprio impressione. E c'è gente che rimpiange il regime?

I Mubarak negano tutto categoricamente. Forse sono stati fraintesi?

Mi chiedo gli avvocati come facciano a lavorare cosí stipati, a digiuno poi. Mi immagino solo la temperatura dell'aula sotto zero, if I know my chickens ;)

L'ex primo ministro El Adly continua ad avere una mono-faccia allucinata.

Momento ludico: un avvocato sostiene che in realtà Mubarak è morto nel 2004 e che tutto è una cospirazione israelo-americana e che l'uomo sulla lettiga non è l'ex presidente e che bisognerebbe fargli un test del dna.
Il giudice non sa più come tenerli zitti e seduti, povero, gli offrirei un'helba bil halib.

Gli avvocati delle famiglie dei martiri restano sul retorico e chiedono il risarcimento, oltre ad essere molto indisciplinati. Ma si sono parlati con i loro clienti? Non hanno capito che vogliono giustizia e disfarsi delle minacce che hanno ricevuto dall'esercito e che per questo picchettavano piazza Tahrir, avendo pure paura di tornare a casa propria? Anche questo è da medioman egiziano: el flus. Da mohem. Peccato che non potessero permettersene di migliori.

Mubarak rimarrà all'ospedale militare lungo la strada tra il Cairo e Ismailia e non tornerà a Sharm (vediamo adesso i giornalisti esperti di geografia se sapranno localizzare l'ospedale. No, non è vicino alle Piramidi). Gli altri imputati rimangono in carcere.

Processo per raís e figli continuerà il 15 agosto. Quello per El Adly e gli altri sei si terrà domani.

L'Egitto sta facendo la sua storia, vorrei un giorno essere cosí emozionata anche per l'Italia.