venerdì 22 marzo 2013

Be yourself. Everyone else is already taken.



Be yourself. Everyone else is already taken.

Diceva Oscar Wilde.

Bullshit, rispondo io.

Invece devi essere come tutti gli altri, perché se non sei omologato dai fastidio, sei scomodo. Irritante.

La coroncina della prima comunione andava messa a mo’ di cerchietto e non stile hippie, Marghe, hai fatto venire un infarto alla suora che invano tentava di metterla come alle altre bambine, non rendendosi conto che era incastrata in una mezza treccia (hippie, appunto).

Non puoi prendere il treno con i locali per fare 30 km di viaggio da Pinwatta a Colombo, è sconveniente.

Mangi il salato dopo il dolce… ma chi te l’ha insegnato?

E’ riprovevole non voler festeggiare il tuo compleanno. Devi farlo.

Com’è possibile che tu ti adatti a vivere ovunque senza il pensiero di ritornare in pianta stabile in Italia. E’ insano. Fatti curare.

Se io ho un’immagine di te sempre vestita di nero non puoi arrivarmi un giorno vestita di verde. I tacchi? E da quando in qua porti i tacchi, adesso? Oh. Una gonna. Era ora!

Non vai in vacanza ad agosto? Il prossimo anno, per favore, vedi di organizzarti convenientemente.

Come ti permetti a non postare link melensi, del resto si suppone che tu abbia un marito e dei genitori, no? Santifica le feste di S. Valentino e S. Giuseppe e la prima domenica di maggio (???). Metti qualche cuoricino, scrivi qualche poesia, oppure posta una di quelle immagini fiabesche con una dedica strappalacrime. What’s wrong with you???? Sei una cinica corazzata, e non devi. Non devi.

E ovviamente le cose serie non le ho menzionate per questione di privacy ;)

Too much of a good thing
Has really burnt me out
I'm sick of satisfaction
And living in a drought

sabato 16 marzo 2013

Quant’è profana l’unione tra il sangue e il cielo.



Vennero,
portavano su un piatto rosso la testa dell’orizzonte.
Anche il miraggio fu evocato,
scendeva lontano in un deserto non lontano.
Labbra battevano come fossero campane,
un alchimista distillava l’elisir di lunga vita,
e il sale combatteva il pane.
E’ il banchetto!
sotto un cielo che riversava nettare
in calici simili a teste di morto.
Quant’è profana l’unione tra il sangue e il cielo.

(Adonis - Siggil)

Da qualche tempo una nuvola di questioni mi occupa la testa. Un groviglio intricato e denso, tinto di rosso, affanna la mente oltre che il respiro. Da una parte il colore, dall'altra il grigio. Percorro nuove vie, cerco nuovi modi, mio malgrado mi trasformo. Osservo la muta della pelle che lentamente si distacca, morta, e mi sembra non abbia mai veramente fatto parte di me. Tutto cambia, nulla è cambiato. Mi illudo di scegliere, di poter tenere ogni cosa nel pugno chiuso, stretto, in realtà lascio che ogni cosa avvenga e basta. Osservo la testa e la croce che si alternano sospese nell'aria senza mai toccare terra. Perdo il contatto con la terra. Assetata di leggerezza mi carico di un peso sul cuore che mi tiene ancorata qui, ferma sempre nello stesso punto. Immobile. 
Ho sete.
Portatemi da bere.
Mi guardo riflessa nello specchio, senza trovare il coraggio di rispondermi.
Quant'è profana l'unione tra il sangue e il cielo?