Ora.
Che io sia
una noiosa vecchia babbiona si sa. Che preferisca il divano alle luci della
ribalta è ormai assodato.
Ma.
Fino a
prova contraria, anzi, mio malgrado, vivo in società. Mi dicono che in società
uno debba più o meno socializzare altrimenti pare brutto.
E quindi.
Vengo da
una terra in cui l’aperitivo è insito geneticamente. Tatuato nel DNA. Uno nasce
e si fa l’aperitivo. Non serve organizzarlo, l’aperitivo semplicemente accade.
Senza annunci né inviti su Facebook. Non si nomina neanche, perdinci. Si fa. Ci
si incontra, si fanno due ciacole e il bicchiere si materializza in mano
insieme a olive, patatine e cicchetti vari.
I cicchetti sono una conditio sine qua non. Mai sentiti? Grave, molto grave.
Al massimo, ma proprio al massimo, si articola un “se femo un spritz”. Oppure si legge nel menu la dicitura “aperitivo della casa”, dove espleta le sue funzioni come da origine etimologica [dal lat. mediev. aperitivus "che apre la via per l'eliminazione", der. di aperire "aprire"; nel sign. 2 è dal fr. Aperitif - grazie Treccani].
Questa foto di Al Botegon è offerta da TripAdvisor
I cicchetti sono una conditio sine qua non. Mai sentiti? Grave, molto grave.
Al massimo, ma proprio al massimo, si articola un “se femo un spritz”. Oppure si legge nel menu la dicitura “aperitivo della casa”, dove espleta le sue funzioni come da origine etimologica [dal lat. mediev. aperitivus "che apre la via per l'eliminazione", der. di aperire "aprire"; nel sign. 2 è dal fr. Aperitif - grazie Treccani].
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Altrove
l’aperitivo è fashion. Mi dicono che a Milano viene abbreviato in “ape”. Un
minuto di raccoglimento, per favore. Quando ero a Milano lo usavo come cena. 5
euro per un drink e un buffet di qualità opinabile. Che però riempiva la
pancia. Sempre più trendy della Caritas.
Qui a
Bruxelles non è che siamo messi molto meglio. L’aperitivo è un avvenimento tale
per cui se non crei un evento su Facebook non sei nessuno. Tenetevi forte,
perché se il milanese “ape” è terribile, il brussellese apéro (pronunciato
aperò) e uno scandalo, soprattutto dovuto a quanto segue. Lo spritz, l’emblema
dei precena di ognuno di noi nato nella patria del Prosecco, qui viene
considerato un cocktail.
Un.
Cocktail.
Con il
prezzo da cocktail!!!
Ovviamente
è soggetto a happy hour, come ogni altro cocktail che si rispetti.
Aiuto.
Anche
tralasciando questo scempio a un patrimonio dell’umanità, l’aperitivo belga,
pardon, l’apéro, consiste nel bere qualsiasi cosa ti capiti sotto tiro fino a
che a) non perdi i sensi b) non finisci i soldi c) non ti scoppia la vescica.
Spesso si sta in piedi. Fuori. Anche d’inverno. Non si mangia durante l’apéro,
il che ha anche un suo perché, considerando l’apporto calorico dell’alcool. A
meno che non si opti per l’Aperitivo Milano, per il quale vedi sopra,
sostituendo i 5 euro con i 9, mi pare, non so, non frequento.
E
comunque, mi dicono dalla regia che incontrarsi per un aperitivo è in voga
anche in suolo veneto. Non c’è più religione.
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