venerdì 17 giugno 2011

things to do (se la situazione precipita, e tu non ci vedi colorati uccelli tropicali ma solo un disastro atomico)



se ti trovi in ottima compagnia, dopo una bella serata, come colonna sonora la musica perfetta, e ti chiedono, mentre osservate un quadro astratto: "cosa ci vedi in quel quadro"?
ecco, in quel momento lì se tu rispondi: "sinceramente? un disastro atomico, gente che scappa in ogni dove, fuoco, fiamme, morte, devastazione, tu"? "mah, io pensavo più ad uno stormo di uccelli tropicali colorati e felici", allora fermati un attimo e prendine coscienza: non stai bene.

non sto bene no. grazie, lo sapevo.
oltre al non aver passato quest'ultimo test, cosa comunque sempre scocciante, in questa settimana sono capitate le seguenti cose, nell'ordine:


1 . si è lacerato il Velo di Maya che portavo da circa un anno davanti agli occhi a mo' di burqua, e citando wikipedia e Schopenhauer, "liberandosene l'anima si risveglierà dal letargo conoscitivo - o avidyã, ignoranza metafisica - e potrà contemplare finalmente la vera essenza della realtà";


2 . conseguenza della lacerazione appena citata è stato lo scoppio immediato di ira (che il Pelide Achille in confronto è un principiante) con annessa distruzione di oggetti vari e finale in dissolvenza con scheggia di vetro conficcata nel tallone sinistro (Achille maledetto!);


3 . placata l'ira mi sono data alla contemplazione della vera essenza della realtà, e cioè che sono stata dotata della versione postmoderna di un paio di corna da renna, quindi particolarmente ramificate, essendosi sviluppate secondo la caratteristica struttura rizomatica dell'epoca. un optional del quale, inter nos, avrei fatto volentieri a meno;


4 . e qui la Svezia, dove ho avuto modo di riflettere e meditare freddamente (13 gradi) sotto il sole di mezzanotte, che comunque non ho mai visto perché oscurato da una fitta coltre di nubi, sulla metafora delle corna di renna e sulla sfiga cosmica che da tempo mi assedia.

nono, tranquillizzatevi, mi censuro da sola evitando di tediarvi con l'excursus nel quale spezzo la lancia in testa al maschio medio e alle sue manchevolezze più o meno geneticamente determinate, pezzo forte (ahimè, mio malgrado) del mio repertorio retorico.
comunque la situazione è questa, la settimana per fortuna è finita. inizio a metter giù una lista per il weekend delle 'cose da fare', per rimettere un po' insieme i cocci sempre più piccoli di un'autostima ridotta ai minimi termini e sperare di riuscire a vedere un giorno anch'io lo stormo di uccelli tropicali allegri e colorati.

è tardi, mi focalizzo su 3 cose principali:
1- preparare la valigia per Parigi e PARTIRE;
2- pensare al prossimo post per questo blog, da buttare giù a Parigi, insieme alla mia socia Marghe;
3- riempire l'ipod di musica terapeutica, ad esempio tanta Gnawa. la conoscete?



1 commento:

sara ha detto...

Piccoli traguardi,raggiungibilissimi. Uno alla volta, lentamente, fino a quello più ambito. Baci e abbracci, Sara

Posta un commento